LAHORE - PAKISTAN
Il gigante baffuto lo interroga con un sorriso: - perché ti sei spinto fin qui?
Hamed è difficile spiegare il motivo – risponde l’uomo – è come se il viaggiatore fosse alla continua ricerca di qualche cosa di misterioso - ci nutriamo di stelle, di universi immaginari; raramente incontriamo angeli schivi e non riusciamo a trattenerli.
La città vecchia di Latore si avvicina; scampanellante e caotica lievita dallo spesso strato di polvere e fumo. Città frenetica e spirituale, formicaio di auto, camion, pedoni, animali. I corvi volano a centinaia nella lastra appannata del cielo. L’aria offuscata è rigata dal moto vibrante degli aquiloni tesi alla brezza serale, semplici striature nel fotogramma sfuocato di una vecchia pellicola. Nel fiume, colore dell’argilla, bufali e persone al bagno. L’India è solo a trenta chilometri. Hamed e l’uomo rientrano a Lahore seduti sulle assi di legno di un tonga e un ronzino scheletrico traina il carro. Rumori di zoccoli e biciclette cigolanti inforcate da lampi di jallabiye bianchissime; gli ectoplasmi pedalano nel tramonto. Il sole filtrato dallo smog è delle dimensioni di una moneta da cinquanta paisa. I pakistani per strada scrutano il cielo e improvvisamente, dal profilo delle case, sorge la luna nuova. La folla si agita inizialmente in maniera composta quindi perde ogni ritegno ubriacandosi di festa. L’emozione è forte e i canti aumentano di intensità. Hamed - questa sera il muezzin ha una voce più solenne del solito, non ti pare?
Le urla distanti e i clacson impazziti risuonano senza tregua. Il cielo osserva curioso coni suoi mille occhi luminescenti di una magica stellata. La festa della fine del ramadan è contagiosa: grida di gioia e campanacci percossi instancabilmente. Lontano dalla piazza principale le case appaiono svuotate, le famiglie al completo sono scese in strada.
Sai una cosa – disse l’uomo - sperduto in questa città dell’Asia immensa, in questo momento, rimpiango di non essere mussulmano. Per noi è un momento importante – osserva Hamed – l’Eid-ul-Fitr. La luna è attesa febbrilmente da giorni. Lo specchio di luce riporta la normalità e rischiara Lahore scossa dalla gioia tellurica. Nelle moschee della città fervono i preparativi per i prossimi cinque giorni di festa e la notte sudata è rumorosa di insetti impazziti.
Il caldo incolla al letto e l’altoparlante di alluminio tiene sveglio l’uomo con lontane preghiere distorte.
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