martedì 21 settembre 2021

FILM CON ARIA SETTEMBRINA

KAIROS

Per molti passanti siamo solo ombre di sbieco di Via Carpenino - un esperimento di resistenza umana agli effluvi della bassa marea – una sorta di macchia di colore indistinta di corpi ravvicinati mentre teorizzano oppure confessano debolezze umane tra una bevuta ed un altra. In realtà quell’adunanza racchiude decine di singole personalità. Doppiogiochisti della sintassi - allergici alle doppie che sognano ancora perfetti comunismi. Giornalisti in pensione acerrimi nemici del barzinismo e disincantati di fronte ai loro eredi della carta stampata balbettanti nelle cronache cittadine. Numerologi e mappatori della spezzinità che snocciolano nomi e date con la precisione di un IBM aggiornatissimo. Filosofi chitarristi che normalmente vestono Marzotto e si gettano in improbabili svisate jazz con il partner di turno. Ex tassisti romani sempre pronti a interpretare Proietti con la giusta cadenza e ululare allo stuolo di canidi al guinzaglio. Postini filosofi pure loro che non disdegnano bellezze geriatriche. Antirazzisti da sempre amanti dei negroni . Finti poeti operai e fotografi loro malgrado. Osannatori della Nouvelle Vague sempre pronti ad interrogare gli astanti con domande degne di Lascia o Raddoppia. Ex pugili che borbottano invettive contro cambi di leadership. Un adunanza squisitamente critica nei riguardi del popolo e della massa senza per questo amare l’aristocrazia. Alcuni tirchi per non disattendere le aspettative del gruppo. Altri amanti della parola - di spiritosaggini ripetute all’infinito sino ad esaurirne tempi verbali e coniugazioni. Ragionamenti storici e sociali degni d’atenei e semplici chiacchiere da bar… direbbe qualcuno. Troviamo arguti folletti di periferia che amano ravioli caserecci e gingilli da adorare. I tavoli dell’adunata – prossimi ad una mostra di Murano da quanto affollati di bicchieri vuoti – a volte diventano confessionali odoranti santità ai quali si affollano politici trombati ed ex sindaci. Non mancano artisti di passaggio che amano essere ricordati - in caso contrario ripetono ancora aneddoti prebellici – altri personaggi in transito azzardano di fermare il tempo con fotografie sfuocate loro malgrado. Certamente non è un posto di blocco – nonostante l’ubicazione strategica che potrebbe confondere i pedoni e umiliarli con la richiesta di un fiorino – assomiglia molto ad una locanda di posta nel lungo percorso che un viandante percorre per raggiungere conventi lontani – a volte il camminatore stanco si ferma e consolato dalle risate dimentica la meta. Famiglia è una parola grossa e forse nessuno desidera che lo sia - nella paura di ripetere schemi noti – piuttosto un equipaggio di una nave pirata che vaga su di una rotta ignota e ogni tanto riposa sulla tolda guardando isole che sfilano a tribordo e la costa che si allontana.