giovedì 19 maggio 2022

RISVEGLI NOTTURNI

Quando perdi la poetica del ricordare forse vale la pena diventare un ricordo. E siamo di nuovo all’impegno effimero alla fatica che pare valere solo come tale, la sensazione di darsi da fare è condita dagli egoismi personali che tentano di tracciare una linea temporale che possa avere un punto finito, dopo il quale ricominciare. Mi accorgo di non avere un dolore profondo ma solo un gusto amaro che si è insinuato nel palato e a tratti mi soffoca e toglie la gioia di ogni semplice sorriso ancor prima di una sonora risata, e mi accorgo che l’energia scema giorno dopo giorno. Mi sono perso nell’essere esecutore e non più poeta al cospetto dei dolori. Quanti anni di serpenti che nel petto sbisciano senza tregua, pensare che un tempo il partire era il modo di spalancare la tana e liberare la cova sibilante. Mannaggia che fatica aver perso la leggerezza da troppo tempo ed essere arrivato a sentirmi un apostolo smemorato, che cosa ancora posso sperare per la mia genitrice se non la sua decisione di lasciarsi andare e interrompere il dialogo con gli specchi della sua stanza; e indirizza baci a ipotetiche vicine di letto, accompagnati con il saluto delle sue mani artritiche. Si fatica ad essere genitori ma si fatica spesso anche ad essere figli, e nel dubbio che forse non sentirò la sua mancanza negli anni futuri mi addoloro, anche se nel risveglio notturno mi rendo conto che non posso sapere ora quello che proverò, come non potevo immaginare che sarebbe arrivata a dimenticare il mio nome. La mente per staccarsi dal reale inventa zattere nei naufragi e baite nella tormenta.

LIBRO DI UN AMICO: A CURA DELL'ASSOCIAZIONE ED EDITORIA MUTUS LIBER

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domenica 15 maggio 2022

LUCCA - PISA ; IL SENTIERO DEGLI ACQUEDOTTI

Prima tappa: Via degli Acquedotti da Lucca a Vorno Il percorso ufficiale inizia da Piazza Antelminelli a Lucca, accanto al duomo di San Martino, dove si trova la fontana alimentata dall'acquedotto Nottolini. Itinerario: Lucca (14 m) - Via degli Acquedotti - Vorno (90 m) Sentieri: Via degli Acquedotti. Dislivello: quota massima 228 metri Lunghezza: circa 8,2 Km Tempo di percorrenza: 2,25 ore Difficoltà: E Oltre il sottopasso della stazione ferroviaria si prosegue a sinistra lungo via Nottolini e poi si gira quasi subito a destra verso il tempietto di San Concordio, l'antica cisterna in marmo. All'imbocco della strada sterrata c'è il simbolo della via degli acquedotti, un bollino con raffigurato delle arcate, e le indicazioni che qui siamo anche sulla variante sud della Via Francigena. Passando a destra del tempio si percorre tutto il sentiero che costeggia l'acquedotto Nottolini che è lungo 3,2 km e arriva nei pressi di San Quirico. L'acquedotto sopraelevato è integro, tranne la parte demolita per far passare l'autostrada, ed è stato costruito con 459 arcate in mattoni nel 1833 sul modello degli antichi acquedotti romani. La costruzione fu voluta da Maria Luisa di Borbone per garantire l'approvvigionamento idrico alla città e funzionò sino all'epoca fascista. Un tempo erano presenti due condutture separate, una per uso privato e l'altra per far arrivare l'acqua alle fontane pubbliche. L'ultimo tratto delle condotte metalliche passava sotto il Baluardo di San Colombano. Il cammino lungo l'acquedotto Nottolini è una piacevole passeggiata nel verde della campagna lucchese accanto a diversi canali ma in taluni punti bisogna fare attenzione al traffico veicolare quando si attraversano le strade. Camminando lungo l'acquedotto si trovano anche delle fontane dove è possibile attingere l'acqua e si vedono tante persone venire qui proprio per questa ragione. Arrivati quasi a San Quirico, dopo circa 50 minuti di cammino, finiscono le arcate in mattoni e pietra dell'acquedotto, che da quel punto è interrato, e s'incontra il Tempietto di Guamo, costruito in stile neoclassico, che è un'altra cisterna. Qui si seguono le vecchie condutture interrate lungo uno sterrato che in 20 minuti porta in località Parole d'Oro. Il suo nome deriva dalle scritte in ottone, che sembrano avere riflessi dorati, che si leggono sul ponte. Qui si possono vedere diverse costruzioni, ora in disuso, che facevano parte dell'acquedotto. Il cammino continua a sinistra costeggiando la Serra Vespaiana, un canale artificiale progettato dall'architetto Nottolini per convogliare le acque, all'interno di una vallata molto umida. Il percorso prosegue sempre accanto a costruzioni in disuso, leggermente in salita e in mezzo al bosco, per arrivare in località Gallonzora dove s'incontra la strada asfaltata sulla quale si prosegue a destra. Subito dopo s'incontra la deviazione per salire all'osservatorio astronomico da dove è possibile vedere la vallata di Lucca dall'alto. Il cammino prosegue sino al paese di Vorno sempre sulla strada. A Vorno, dopo 2 ore 20 di cammino, termina la prima tappa della Via degli Acquedotti. Qui si può fare un giro nel paese per vedere le ville storiche seguendo un percorso che per la verità non è ben segnalato. Via degli Acquedotti da Vorno a Pisa. La seconda tappa del cammino prosegue lungo la strada asfaltata, Via di Cima Vorno, quasi ad arrivare alla fine del paese tralasciando altre deviazioni. Sono circa 2 km che si percorrono in 25 minuti. Si vedono seguire le indicazioni della via degli acquedotti, indicata da un bollino sul quale sono raffigurate delle arcate, proseguendo sul sentiero 124. Itinerario: Vorno (90 m) - Campo di Croce (622 m) - Asciano - Pisa (8 m) Sentieri: Via di Cima di Vorno - 124 - 117 - 121- 119 - Via dei Condotti Dislivello: quota massima 622 metri Lunghezza: circa 17,1 Km Tempo di percorrenza: 5,25 ore Difficoltà: EE Il primo tratto è su cemento ma poi si sale nel bosco di castagni lungo un sentiero abbastanza ripido. Qui c'è un solo sentiero per cui è impossibile sbagliare strada, si deve soltanto oltrepassare il torrente alcune volte.Dopo un'ora di salita si arriva su una strada sterrata, si prosegue a destra e poi s'imbocca il sentiero a sinistra che conduce a Campo di Croce, il punto più elevato dell'escursione odierna a quota 622 metri. A questo punto si sono percorsi quasi 5 km. A Campo di Croce c'è un crocevia di sentieri che sono segnalati dal CAI seguire le indicazioni della Via degli Acquedotti. Da qui si prosegue lungo il sentiero 117, quello subito a sinistra del tabellone informativo, che è una larga strada sterrata chiamata sentiero Tobler. La strada si deve percorrerla per circa un chilometro sino al bivio dove si ritrova la simbologia del sentiero e un cartello in legno che indica la direzione per Mirteto. Si percorre questo breve tratto in salita sino al rudere della Casa della Guardia da dove si scende lungo un sentiero molto ripido che passa nel fitto bosco. Siamo sempre sul sentiero 117. Arrivati alla sorgente Scarpa di Orlando ci sono due possibilità. Scendere a sinistra lungo le conduttore dell'acquedotto oppure proseguire dritti verso Mirteto. Per la verità il primo sentiero non è ben tenuto per cui consiglio di andare dritti lasciando a destra la sorgente (il sentiero non si vede subito) per arrivare ai ruderi di alcune abitazioni e di una chiesa. Sono trascorse 3 ore dalla partenza e abbiamo percorso circa 8 km. Da qui si scende lungo il sentiero lastricato, segnato col numero 121, che arriva in località Valle delle Fonti congiungendosi col sentiero 119. Qui si vedono la vasca di depurazione e il Cisternone, un tempo usato per conservare l'acqua, e subito dopo s'incontra la casa del Fontaniere, in località il Prato. Un tempo l'acqua veniva depurata con spurgatoi, chiamati bottinelli, e convogliata nel cisternone di raccolta e dopo messa nell'acquedotto mediceo. Si scende lungo la strada asfaltata per raggiungere Asciano e all'incrocio, dove si trova la chiesa del paese, si prosegue a sinistra su via dei Condotti e poi, attraversata la strada, si vedono le prime arcate dell'acquedotto mediceo. L'acquedotto fu voluto dalla famiglia Medici nel '500 per portare l'acqua dalla Valle delle Fonti di Asciano alle fontane della città di Pisa. Non è ben conservato come quello Nottolini perché alcuni tratti sono stati demoliti e altri sono pericolanti ma rimane un'importante testimonianza storica. L'acquedotto mediceo fu costruito tra il 1596 e il 1611 ed è lungo circa 6 km. La struttura presenta 934 arcate e ogni tanto s'incontrano delle fontane che prendono l'acqua dalle conduttore sotterranee ma sono meno frequenti rispetto a quelle incontrate in precedenza nelle vicinanze di Lucca. Si prosegue lungo lo sterrato che costeggia l'acquedotto, un po' a destra e po' a sinistra, sino alla periferia della città in località Ghezzano dove le arcate sono state in parte abbattute. L’acquedotto termina in Piazza delle Gondole, accanto alle mura cittadine. I tempi di percorrenza vanno da 7 ore e cinquanta minuti alle 9 ore con piccole soste. I chilometri totali si avvicinano ai 30.