mercoledì 30 novembre 2011



E ricordati, io ci sarò. Ci sarò su nell’aria.
Allora ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da una parte, chiudi gli occhi e cercami.
Ci si parla. Ma non nel linguaggio delle parole. 

Nel silenzio.

Tiziano Terzani





HOBOS
    La cultura hobo nasce negli Stati Uniti, alla fine dell'800, coinvolgendo soprattutto disoccupati ed orfani che viaggiano per gli Stati Uniti svolgendo lavori stagionali ed imbarcandosi clandestinamente sui treni merci alla ricerca di avventura. La cultura hobo, soprattutto in una seconda fase, trova però molti praticanti anche tra i giovani irrequieti spinti non dalla necessità quanto da un'istanza libertaria, da un'insofferenza verso la cultura mainstream e da uno spirito ribelle e tardo romantico espresso, ad esempio, da scrittori hobo come Jack London e come il padre della beat generation Jack Kerouac che renderanno mitica questa cultura.






    Il sociologo chicagoense Nels Anderson distingue l'hobo, lavoratore di passaggio o occasionale, sia dai lavoratori stagionali che dai vagabondi e dai barboni (tramp). Nella prassi, soprattutto fino a tutta la Grande depressione, il termine hobo viene tuttavia utilizzato in maniera ampia per designare ogni genere di "disadattato" anche stanziale: secondo una ricerca del 1906, ad esempio, gli "hobo" americani sarebbero 500.000 pari allo 0,6% della popolazione. Le "giungle hobo" (hobo jungles), veri e propri quartieri frequentati da hobo, entrano ad inizio Novecento a far parte del paesaggio urbano delle grandi metropoli americane e diventano un centro di incontro e di produzione culturale, ma anche di fermenti politici e delle prime ricerche sociali sulle controculture.



martedì 29 novembre 2011

INDIGNATEVI









SE TREMI PER L'INDIGNAZIONE 
DAVANTI ALLE INGIUSTIZIE 
ALLORA SEI MIO FRATELLO

CHE GUEVARA
LA PIAZZA
DAL G8 DI GENOVA NEL 2001 
A LA SPEZIA - FIRENZE E AMSTERDAM


















Se
ROBERTO BUGLIANI


Se viene il giorno del conto alla rovescia
Se si apposta il cecchino alla più alta finestra
Se le cicatrici si aprono in cascate di rabbia
e un volo di corvi incatrama il cielo

Se schiuma alle vene sangue limpido e forte
Se pronto al balzo s'incurva tra l'erba il dolore
Se dalle vette dei monti è chiaro il bersaglio 
e un taglio di luce morde freddo la pietra

Se i ratti fuggono fedifraghi nei boschi
Se non è mancamento, ma vertigine
Se la lama squarcia l'arcano e l'inganno
e un fuoco di pianura arde, crepita, vampeggia

Se incalzano le bocche mani pronte al peggio
Se fermentano negli occhi le offese e le infamie
Se rimpalli d'echi annunciano l'evento
e l'ipotesi sostiene il colpo in canna 

lunedì 28 novembre 2011


Serge Latouche 


«La decrescita non è la crescita negativa. Sarebbe meglio parlare di “acrescita”, così come si parla di ateismo. 
D’altra parte, si tratta proprio dell’abbandono di una fede o di una religione (quella dell’economia, del progresso e dello sviluppo). 
Se è ormai riconosciuto che il perseguimento indefinito della crescita è incompatibile con un pianeta finito, le conseguenze (produrre meno e consumare meno) sono invece ben lungi dall’essere accettate. 
Ma se non vi sarà un’inversione di rotta, ci attende una catastrofe ecologica e umana. Siamo ancora in tempo per immaginare, serenamente, un sistema basato su un’altra logica: quella di una “società di decrescita”». 



LE FARFALLE DEL MEKONG














Greetings from the New World
 ROBERTO BUGLIANI


E' affollato più del solito quest’oggi il Nuovo Mondo
di Erinni smandruppate, Cassandre ammutolite
Atteoni rabberciati alla menopeggio
Andromede zitelle, Tesei usa-e-getta
Menadi zoppe, Eracli anoressici, Sisifi spiaggiati.

Ciò che resta dei miti primigeni
comparse prive di pathos
a cui basta un profilo new age per rimettersi in gioco
custodi di un Pantheon-trash
in attesa dell’okkei che li sdogani
con il loro codazzo di rituali cool
e posture trend per l’home page.

Liquidata la marmaglia di centauri e ippogrifi
al border control di Tijuana, si mettono in fila
per un job di vigilante al Manhattan Mall
o di sguattero in un fast food del Bronx
e la postcard con l’alba mozzafiato sull’Hudson
Greetings from the New World
spediscono all’Olimpo (Greece), ammesso che
il postino si avventuri fin lassù
tra templi diruti e giacigli di homeless.





NEW ORLEANS


DIETRO L'ANGOLO


ALBA A FILADELFIA






OMAGGIO A EDWARD HOPPER


 


CASA BIANCA



venerdì 25 novembre 2011


EVA



Se durassimo in eterno
Bertolt Brecht


Se durassimo in eterno
Tutto cambierebbe
Dato che siamo mortali
Molto rimane come prima.




BAGLIORI DI LAVORI IN CORSO








La chiamano pazzia  
ma tutto sommato dove alberga normalità e pazzia 
se non nello stesso involucro di carne e sangue…





PER ENRICO - ROBERTO - VICO  
L'uomo
Nazim Hikmet


Le piante, da quelle di seta fino alle più arruffate
gli animali, da quelli a pelo fino a quelli a scaglie
le case, dalle tende di crine fino al cemento armato
le macchine, dagli aeroplani al rasoio elettrico

e poi gli oceani e poi l'acqua nel bicchiere
e poi le stelle
e poi il sonno delle montagne
e poi dappertutto mescolato a tutto l'uomo


ossia il sudore della fronte
ossia la luce nei libri
ossia la verità e la menzogna
ossia l'amico e il nemico
ossia la nostalgia la gioia il dolore


sono passato attraverso la folla
insieme alla folla che passa.