ZANZIBAR
Il villaggio vicino è abitato da pescatori. Tra le capanne di legno e foglie di palma un bimbo minuscolo mi guarda incredulo - afferra la mano e mi trascina dal nonno come una preda: - Ho catturato un uomo bianco – sembra dire al vecchio - ed il vecchio scuote la testa con un sorriso.
Gli uccelli sono fulmini colorati - i cinguettii spazientiti fanno da controcanto alla nenia della risacca.
Nei sentieri le donne - vestite di sari colorati -vanno con i secchi colmi d’acqua dolce e l’atmosfera è pervasa da una pace assoluta.
Il pavimento di legno è lucidato con il petrolio, per tenere lontano gli insetti. Lei riposa, il corpo rinfrescato da una doccia…i rumori e gli aromi dell’esterno, entrano pigri come leoni appena desti.
Assaporo una calma profonda, un’indefinibile felicità. Il suo volto è disteso in un sogno primaverile. Il corpo è rilassato nell’aria tiepida che scompone i muscoli e i tendini, alleggerisce le ossa, e ne modifica il peso specifico rendendolo tenero e delicato, quasi di gomma. Impercettibili movimenti d’aria muovono i capelli disciolti e trasformano in reale una presenza che potevo pensare illusoria. La tranquillità è accompagnata dal rumore del ventilatore che fa tanto “tropicale” questo momento.
Osservo le ombre nella stanza, e anche la mia presenza è delineata da una sagoma più scura impressa nel pavimento. La mia presenza diviene misura della distesa, è metro di uno spazio ristretto e ridimensiona le grandezze infinite di una terra senza limite apparente. L’esterno è abnorme e il mio esserci ininfluente. Quest’assito di legno è la mia savana privata dove non corro il pericolo di perdermi.
I corvi urlano il buongiorno e insistentemente gracchiano dalla finestra aperta. Due voci intercalano i passi del corano e il salmodiare è amplificato dalla cassa armonica dei vicoli stretti. La strada riacquista lentamente i rumori dell’ingombrante presenza dell’uomo. Passi, cigolii di carretti, parole; la zanzariera ovatta tutto questo mondo, è una placenta che si riempie di rumori pronti a crescere d’intensità, e da quella rete sottile fuoriesco senza traumi…e nessun timore.
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