Libera
Lui mi ha vista bellissima – con un raggio di sole che illuminava il mio seno e quel chiarore si spandeva sopra il ventre e le cosce – rimarcava curve e angoli di un corpo giovane e maturo al contempo - energico - muscoloso eppure aggraziato in forme e volume da fanciulla.
Un fascio luminoso come lo spot di un palcoscenico ed io - unica attrice dello spettacolo – mi sono sentita l’ultima donna della terra – venerata più che amata – e lui non smetteva un attimo di accarezzarmi mentre la luce continuava a penetrare l’interno in ombra di una sorta di baccello pietroso – un talamo di roccia …
All’esterno del mio pensare
le onde continuavano ad andare e venire…
I nostri corpi nudi si sfioravano privi di peso e il desiderio cambiava direzione ogni secondo – rimanevamo incerti - prendersi oppure desiderarsi a vicenda… per sempre. Lui mi ha fatto sentire esclusiva e la luce radente continuava a creare ombre sul mio corpo – ora in pieno chiarore e un attimo dopo risucchiato nell’ombra – un’ombra velata filtrata dai ricami dell’aria spessa umida equatoriale.
Fuori un rumore continuo di qualche cosa che fluisce incessantemente – un’onda inarrestabile nel suo andare e venire – un fiotto rumoroso di fiume nel mare – ed io ascoltavo il cadere di un muro - il frantumarsi di distanze e annullare i confini – creavo una terra senza dolore – piano - piano – e tenevo malamente a bada il rude desiderio di essere sacrificata e perdere il contatto con la realtà che mi ubriacava. Il bagliore riscaldava un poco la pelle - i brividi nella profondità del corpo sembravano ghiaccio in scioglimento – come se l’anima si disgelasse assumendo nuovamente una forma nota – ispirata alla primavera.
All’esterno del mio pensare
le onde continuavano ad andare e venire…
Ero io quella donna desiderata – alimento della bramosia – sogno impossibile… ero proprio io oppure soltanto il riflesso del desiderio di altri che mi travestivano a loro piacimento – ero io singola a combattere oppure nascondevo in me la natura di tutte le femmine – le donne – le bimbe che chiedono e urlano e muoiono per la pace e la libertà dei sentimenti – e quante volte avevo dovuto vestire il burqa – abbassare lo sguardo – resistere alle bastonate dei padri padroni – quante volte l’esperienza delle nonne siriane – turche – donne slave dell’est mi tornavano alla mente. Quante volte il loro ricordo era lì per dire COMBATTI e non cedere le armi al dominatore…
All’esterno del mio pensare
le onde continuavano ad andare e venire…
Che cosa stava succedendo precisamente io non lo sapevo o meglio pensavo si chiamasse amore – ma quella parola sopraggiungeva un attimo soltanto per poi essere estromessa da termini meno enfatici e più profondi – ero io, solo io, finalmente io. Non mi importava l’esterno – la strada – gli altri – ero riuscita in un sogno che da premonitore si materializza in tutta la sua reale sostanza – e l’uomo di fronte a me chi era nel profondo – era reale oppure solo una mia proiezione. Esisteva davvero oppure avevo imparato da sola a liberarmi…
All’esterno del mio pensare
le onde continuavano ad andare e venire…
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