giovedì 29 settembre 2016

Il desiderio di altri luoghi...

Probabilmente tutto iniziò con l’acqua benedetta della Madonna di Lourdes - una bottiglietta di plastica bianca e celeste posta in alto sull’armadio dei miei genitori, collocata in quel luogo intoccabile e riparato, lontano dalle voglie di scoperta spesso distruttrici di un piccolo bimbo; quello è verosimilmente il primo ricordo di un segnale religioso che non mi trasportò mai nell’estasi dei credenti. 

Nel buio della notte un piccolo chiarore veniva diffuso da quella bambola di petrolio trasfigurandola - quasi certamente quella visione per molto tempo alterò i miei sogni in incubi e convertì i ricordi degli adulti in reminiscenze di favole… e in silenzio profumava di un luogo misterioso chiamato Francia e del viaggio speranzoso di mia madre – sicuramente il suo viaggio più lontano da casa – nella ricerca di protezione per il suo secondo erede in un umida grotta d’oltralpe.

Devote immagini erano di continuo presenti nelle case del parentado, da Papa Giovanni al Cristo con la fronte sanguinante incorniciato in ovali di legno scuro e madonne con il bambino dipinte su porcellana a lastre e incollate a supporti vellutati. 

L’arte ceramica non reggeva il confronto con le figurazioni in bella mostra, quasi fossero istantanee di parenti stretti, di martiri cristiani abbandonati sopra centrini lavorati del tavolo buono della sala, altre appese sghembe tra lo specchio ed il telaio del comò (sicuramente il primo francesismo usato abitualmente in casa mia) visi girovaghi tra la cucina e i comodini. Conobbi in questo modo Don Bosco, Sant’Antonio Maria Gianelli, Padre Pio, Santa Lucia…


Con il tempo aggiunsi alla mostra fotografica ritagli di altri visi da Tito a Mao, Marx e il mio santo preferito San Sebastiano, per poi esagerare con i miti d’Oriente e Trinità dell’India, ma molte di quelle rappresentazioni divennero storie temporanee e accozzaglie provinciali di un quindicenne…



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