ARABIA SAUDITA: DOVE IL BOIA NON SI FERMA MAI...

Secondo l’ultimo rapporto di Amnesty International, lo scorso anno le esecuzioni nel Paese sono state 175. Sono 102 solo nel primo semestre del 2015. Metodi illegali e mancanza dei più semplici diritti umani sono alla base del primato della monarchia wahhabita.
Centosettantacinque esecuzioni lo scorso anno, ovvero una ogni due giorni. Sono le cifre-shock diffuse dall’ultimo rapporto di Amnesty International sulle condanne a morte effettuate in Arabia Saudita, il terzo paese al mondo per numero esecuzioni lo scorso anno dopo Iran e Cina. Secondo il documento, dal titolo “Uccidere nel nome della giustizia: la pena di morte in Arabia Saudita”, le condanne sono state eseguite perlopiù in luoghi pubblici, come strade e piazze: il metodo usato nella stragrande maggioranza dei casi è la decapitazione, ma ad alcuni “fortunati” è stato concesso di morire tramite fucilazione. A finire sotto la lama del boia anche minori e disabili mentali.
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