Eppure dev'esserci stato un giorno
in un villaggio sull'Inn
in cui un bambino di nome Adolf
si commosse fino alle lacrime
ascoltando la favola di Cappuccetto Rosso e del Lupo.
Gesualdo Bufalino, Il malpensante, 1987
Pochi italiani sanno che alcune delle più belle fiabe del mondo, da Cenerentola al Gatto con gli stivali, un po’ prima di finire dentro i libri di Perrault e Grimm, dove tutti le scoprimmo da bambini, erano giunte all’orecchio del napoletano Basile, che all’inizio del Seicento le acciuffò e inguainò nella sua lingua, infilandole in quel Cunto de li cunti che fu definito da Croce il «più bel libro italiano barocco» e da Italo Calvino «il sogno d’un deforme Shakespeare partenopeo».
Lo cunto de li cunti
ovvero lo trattenemiento de’ peccerille
uscì postumo nel 1634-1636.

PERFETTO - FORSE ANCHE TROPPO PIACEVOLE...
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