martedì 10 marzo 2015

Prima della vera



Immerso in natura arborea
Osservo il gioco d’uccelli 
Che cercan la sposa
Rovistando col becco le piume

E sempre accanto mi sono 
Gli occhi di quelli 
Che han smarrito la rosa
E fantastico per loro il ritrovare 
Nella nuova stagione imminente 
Anelli e ricordi per seguitare a nutrire visioni

Nell’alto cielo scruto lo svolazzo disarmonico
Di drappi pesanti
Schiavi della gravità
E tra le pieghe di quelle stoffe impiccate
Residui d’inverno si danno alla fuga
Nel lieve alitare di temperata brezza


Nel mite sole che avanza 
Speranze riposte di sconfinato e magnifico tempo
Che alimenta lentamente il rifiorire 
Giallo screziato della mimosa effimera
E corolle dentate 
Ingranaggi di gerbere
E timide primule 
Anemoni e camelie e fresie profumate
Risorgeranno narcisi e gigli 
Mettendosi premura l’un l’altro


Fughe e ritorni di concerti ronzanti 
Si verseranno con voli radenti 
A suggere linfe dolciastre


E le nuove carene solcheranno il mare
Forse dirette allo scoglio ferdinandeo
Che appare e scompare improvviso come un sogno
Oppure armeranno la prora per giungere
Cercando la mitica neverland 
Nell’isola d’eterna primavera 
Vicino alle stelle della via lattea 


E raggiunta nel momento preciso 
Del sorgere del sole 
Ritroveranno ad accoglierle
Naufraghi pensieri 
Riapparsi umani

E gli amori creduti smarriti
Inciteranno a rintracciare isole più lontane
Per mai dimenticare 
Che l’arrivo è la fine del viaggio…

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