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Che opinione avete sull'attentato alla sede del giornale satirico Charlie Hebdo?
RESTIAMO UMANI
Non so quanto possa essere utile esprimere ancora una volta tutto l’orrore per quello che è successo.
(Mi riferisco alla strage compiuta il 7 gennaio presso la sede del giornale satirico francese Charlie Hebdo). Forse è più utile esprimere l’orrore per quello che succede. Oggi e tutti i giorni. A costo di sembrare cinica, voglio ribadire l’importanza di restare umani (come diceva Vittorio Arrigoni) non solo quando la minaccia investe l’umanità che ci è vicina e familiare, ma soprattutto quando non la vediamo.
Probabilmente ciò presuppone un notevole sforzo di personificazione, lo capisco, ma proviamoci. Proviamo a capire che significhi sottostare ogni giorno, impotentemente, a questa violenza irragionevole e disumana.
Proviamo a immaginare quanto odio si scateni in chi subisce e chi assiste. Proviamo a intuire quanto debba essere facile cercare un colpevole e riversare su di lui il proprio dolore. Io penso di non riuscirci fino in fondo.
Possiamo metterci nei panni degli altri, ma con la prontezza a sfilarceli al momento opportuno, prima di essere devastati dall’orrore. Per Charlie Hebdo ci siamo mobilitati. L’Occidente si è mosso per confermarsi al fianco della Francia nei suoi valori fondamentali e imprescindibili: liberté, égalité, fraternité. E’ giustissimo.
Ma sarebbe altrettanto giusto intervenire pacificamente per tutte le violenze senza nome di cui non sappiamo niente. O delle altre violenze che non vogliamo neanche nominare. Consumiamo notizie di stragi a colazione, pranzo e cena; sono il nostro pane quotidiano, che ingurgitiamo diligentemente, con il nostro bravo moto di muto sbigottimento. Restiamo per un po’ senza parole. Ma poi i rumori del mondo si infiltrano di nuovo nel nostro attonito silenzio e lo scardinano.
E questi silenzi agghiaccianti sono schiacciati nel solco d’indifferenza che accoglie tutto ciò che è passato. Dovrebbe esistere un movimento molto più vasto, più attivo, più presente. Che non agisca solo per l’interesse del proprio piccolo mondo protetto. Esistono movimenti del genere, ma sono realtà ancora troppo isolate. Adesso dovremo difenderci anche dal rischio della generalizzazione, per evitare che nel cuore dell’Islam e più in generale del mondo arabo sia individuato il germoglio deviato del terrorismo.
E’ vero, i talebani e i terroristi sono musulmani. Ma non è vero il contrario: non tutti i musulmani ne condividono la visione e aderiscono ai loro disvalori.
Ricordiamocelo. Restiamo umani. Poniamolo come obiettivo del nostro vivere quotidiano.
Non dev’essere un’etichetta, dev’essere la nostra spontanea partecipazione.